Ormai siamo giunti ad oltre tre anni dalla messa in funzione dell’azienda speciale (Afragola, Caivano, Crispano e Cardito) e il pessimo risultato della gestione dei servizi sociali è sotto gli occhi di tutti. L’asilo nido chiuso per oltre diciotto mesi ha, solo da qualche giorno, riaperto i battenti. Altro esempio riguarda il centro disabili ancora chiuso a distanza di oltre un anno e mezzo e le procedure concorsuali bandite oltre due anni fa ancora in fase di conclusione. Basterebbe questo per commissariare un’azienda che ormai naviga a vista, gestita con criteri irrazionali da direttori generali – senza titoli – che si susseguono in barba a qualsiasi principio di stabilità e competenza. Quasi a voler rafforzare l’idea dei sindaci, almeno i cosiddetti “maggiorenti”, all’interno del CdA, di avere in pugno il direttore generale di turno.
E intanto si continua con procedure di affidamento di gare per servizi milionari chiacchierate, procedure concorsuali ambigue dove si fa largo in maniera insistente il dubbio di una sorta di lottizzazione dei posti tra le amministrazioni coinvolte e un “allegra” gestione amministrativa. Questo il quadro attuale di un’azienda che gestisce diverse decine di milioni di euro per i Comuni di Afragola, Caivano, Cardito e Crispano.
Un segnale di discontinuità lo si sta aspettando – forte e determinato – dalla neoamministrazione straordinaria di Caivano, fino ad oggi esclusa da qualsiasi decisione importante presa dal CdA nel quale figurano solo i sindaci di Cardito, Afragola e Crispano.
Come si comporterà la commissione straordinaria di Caivano nell’azienda speciale? Farà finta di non vedere, vorrà stare lontana o più fisiologicamente tenterà di intervenire in maniera forte e decisa per segnare – così come sta facendo la Meloni per Caivano – un cambio di passo e portare una ventata di “aria fresca” nella gestione dell’azienda?
Questo lo vedremo nelle prossime settimane, anche perché è proprio la pessima gestione dei servizi sociali alla base delle inchieste del Comune di Caivano, perché è lì nel degrado sociale che prende corpo il proliferare della manodopera della camorra ed è sempre lì, nella pessima gestione del sociale, che si producono distorsioni, violenze e degrado oggi alla ribalta della cronaca nazionale.
Stucchevoli, ma forse più stomachevoli le quotidiane passarelle di talune “autorità” locali che pur vivendo questo territorio – e in particolare – proprio Caivano sembrano aver scoperto queste distorsioni solo oggi. Davvero raccapricciante la faccia tosta di quanti – dall’alto dei propri ruoli – tentano di portare messaggi di legalità e giustizia quando per primi, da anni, violano le regole fondamentali della società e del vivere civile.
Questo è un dato davvero raccapricciante che alla fine sminuisce ogni buon intendimento di un governo che su “Caivano” sta giocando una grande scommessa. Per quanto tempo ancora dobbiamo assistere a questa ipocrita commedia nel silenzio più assordante di una comunità che sembra si sia assuefatta ai princìpi della omertà più spudorata.
La comunità delle tre scimmiette Non Vedo, Non Sento, Non Parlo.
Eppure Caivano – quanto a modello amministrativo – non è diversa dagli altri Comuni dell’ambito, soprattutto Afragola soprattutto se inquadriamo la questione anche per il parallelismo tra i rioni del Parco Verde e le Salicelle. Un modello quello di Caivano che si sovrappone in maniera quasi perfetta a quello di Afragola con tutte le contraddizioni e ambiguità che ne derivano. Anzi per Afragola, città che conta quasi il doppio degli abitanti della stessa Caivano, i problemi sembrano essere anche molto più gravi, evidenziati da una gestione scellerata, superficiale e tornacontista.