Fausto Gresini non ce l’ha fatta. L’ex pilota, due volte iridato, e manager dell’omonimo team è morto a 60 anni all’ospedale Maggiore di Bologna per le complicazioni legate all’infezione da Covid-19. La conferma è arrivata dallo stesso team Gresini Racing con un comunicato poco fa, concluso con un messaggio di cordoglio alla famiglia: “Tutta la Gresini Racing si stringe intorno alla famiglia, la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese… e alle innumerevoli persone che hanno avuto l’occasione di conoscerlo e apprezzarlo”.

IL MESSAGGIO DEL FIGLIO

Pochi minuti dopo il post del Team Gresini il figlio Lorenzo ha condiviso l’immagine postata in cui si vide Fausto sorridente ed elegantissimo mentre ritira un premio e a corredo ha scritto una frase che letta adesso spezza il cuore: “Bà! Ti amo immensamente”.

LA CARRIERA DA PILOTA

Fausto Gresini è stato un pilota di qualità, ha esordito nel 1982 correndo sempre nella classe minore del motomondiale, la 125, dove ha vinto 21 gare e due titoli mondiali. Il primo alloro nel 1985 su Garelli, grazie a tre vittorie (Austria, Belgio e San Marino), cinque pole position e 109 punti conquistati. L’anno seguente si aggiudicò quattro GP (Spagna, Europa, Svezia e Germania), ma fu superato di sole 12 lunghezze dal modenese Luca Cadalora. Nel 1987, però la stagione capolavoro: vinse 10 delle 11 gare in calendario (tutte tranne quella in Portogallo, in cui ebbe una foratura mentre era in testa) e riconquistò il titolo della 125 con 150 punti. Nel 1988 un infortunio lo tenne lontano dalle gare, per poi passare all’Aprilia, con cui ha corso solo un’annata poco felice. Nel 1990 il passaggio alla Honda, con un aiuto decisivo, da compagno di squadra, a Loris Capirossi, ‘scortato’ alla conquista del suo mondiale, in una gara spigolosa in Australia. Gresini resterà alla Honda fino al 1994, vincendo due gare nel 1991 e una nel 1992, stagione che chiuse al secondo posto.

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