Al ritorno dalle vacanze monta una polemica sull’iniziativa firmata da tre partiti: Pd, Campania libera ed Europa verde. Prevista per l’otto settembre. Il tema è il Pnrr, lavoro e sviluppo economico. Al tavolo tre partiti che a livello locale hanno posizioni diverse: Pd ed Europa verde a sostegno del sindaco di Crispano Michele Emiliano, Campania libera all’opposizione. Il problema, però, non è questo. Sui contenuti il confronto è sempre importante soprattutto tra forze che hanno posizioni diverse.
Il nocciolo della questione, in sintesi, riguarda il dietro le quinte. È la seconda volta che Campania libera organizza un’iniziativa su temi che riguardano l’amministrazione e il sindaco del paese non viene invitato nemmeno per un saluto. Una scelta che politicamente ha un peso ed una valenza, ed ancora di più se questa scelta viene avallata da due partiti di maggioranza. Senza dimenticare che il segretario del Pd si chiama Carlo Esposito, sindaco di lungo corso e per certi aspetti padre della nuova classe dirigente. Questo per dire che non si tratta certo di uno sprovveduto e se Esposito muove dei passi è ben consapevole delle conseguenze che derivano da determinati atteggiamenti. Capiamo anche che mancano due anni e mezzo alle elezioni e tra un anno inizierà già, come da consuetudine la campagna elettorale. E tutti cercano di occupare spazi, di ottenere visibilità soprattutto se il Comune, come nel caso di Crispano, è ben amministrato. Ma non sarebbe più corretto che la dinamica si svolgesse alla luce del sole e sui contenuti rispetto a sgambetti e colpi bassi non degni di chi si professa un politico di spessore?
Diciamola tutta. Non invitare il sindaco di centrosinistra, nemmeno per un saluto, ad un’iniziativa dei partiti di centrosinistra è uno schiaffo all’istituzione prima ancora che alle persone che le istituzioni le rappresentano. Ed è un tentativo di bassa qualità di riportare Crispano nelle sabbie mobili dei rancori e dei personalismi. Una scelta deleteria innanzitutto per la comunità dopo gli sforzi e i risultati ottenuti proprio dal primo cittadino, Michele Emiliano, di “normalizzare” il paese aprendo una fase amministrativa caratterizzata da risultati storici, a partire da interventi di riqualificazione del territorio che in trent’anni nessuno era riuscito a realizzare. E, allo stesso tempo, dare respiro ad una fase di buona politica, riportando il confronto sui temi e sulla partecipazione. Tanti i cantieri aperti, tanti quelli in gara che troveranno luce nei prossimi mesi. E alla fine del quinquennio i cittadini si ritroveranno, come spesso ama ripetere il sindaco nei suoi interventi pubblici, un paese nettamente migliore. E parte del centrosinistra cosa fa? Al posto di rivendicare questi risultati importanti cerca di mettere sgambetti e di oscurare un lavoro che agli occhi dei cittadini appare limpido, efficiente, di quelle amministrazioni che non si vedevano da tempo per impegni mantenuti e cose importanti realizzate e da realizzare da qui a fine mandato.
E dispiace in tutto questo che in molti vedano lo zampino di Carlo Esposito, senza il quale nemmeno questa manifestazione avrebbe avuto peso e fatto rumore. Per quello che ha rappresentato in questo paese. Un “padre nobile” assume tutt’altri atteggiamenti ed anche se vuole ricandidarsi al sindaco, tirando un colpo basso ad Emiliano, con coloro che lo hanno sempre offeso, ostacolato e combattuto è libero di farlo ma dovrebbe assumere atteggiamenti all’altezza della sua storia, mettendoci la faccia e spiegare pubblicamente se ha rotto col centrosinistra di Emiliano, su quali temi oppure se bisogna sacrificare questa esperienza di rinnovamento esclusivamente per ambizioni personali. Ripeto, ogni scelta è legittima ma lo si dicesse chiaramente senza sotterfugi, insidie e trabocchetti che fanno parte di un passato vecchio che la nuova classe dirigente ha, a giusta ragione, archiviato. Un “padre nobile”, se di “padre nobile” si tratta, insegna ai giovani innanzitutto il rispetto per le istituzioni e per le persone. Perché Crispano negli anni addietro ha pagato prezzi altissimi proprio perché si è data priorità ad una inutile guerra tra le persone a discapito del paese, dell’amministrazione, della buona politica, trasformando Crispano in ciò che non è: nell’esempio da non seguire. Sono bastati due anni di nuovo corso ed Emiliano è riuscito a far recuperare a questo sfortunato paese credibilità e speranza. E non è giusto che le ambizioni delle persone, seppur legittime, debbano essere alimentate su schemi fuorvianti e poco dignitosi. E proprio il Pd dovrebbe fornire risposte chiare, fare chiarezza a questo punto spiegando alla città con lealtà obiettivi e programmi, senza giocare su due tavoli sperando che4 si aprano varchi in grado di soddisfare ambizioni personali.
Prima Crispano e poi gli interessi dei singoli. Il paese è rinato così. Portarlo indietro nel tempo con tutti gli errori commessi e che ancora oggi l’amministrazione, e quindi la comunità, sta pagando sarebbe deleterio per tutti. Nonostante vi sia un sindaco che sta mettendo toppe a tutte le “sfogliate” pesanti che stanno arrivando a causa della pessima amministrazione del passato. Sta risolvendo i problemi presenti e passati senza fare polemica, senza nemmeno spigarlo ai cittadini. Ed una persona così si può anche deciderla di non sostenerla. Ma far mancare persino il rispetto per l’istituzione che rappresenta e per i comportamenti assunti, è davvero un pugno in faccia a tutta la comunità e alla locale classe dirigente che da queste parti, come storia racconta, ne farebbero tutti a meno.
Ultima postilla: il Pd organizza una manifestazione sui fondi del Pnrr, su temi importanti come lavoro e sviluppo economico e non invita né il sindaco di Cardito, Peppe Cirillo, vicepresidente della “Città metropolitana” di Napoli e nemmeno Marco Del Prete sindaco di Frattamaggiore e delegato al Bilancio in Città metropolitana. Dimostrando un’assenza di capacità di fare squadra e di costruire quella collaborazione territoriale indispensabile per raggiungere risultati importanti.
Politica vecchio stampo, chiusa nell’orticello di casa propria, in quel piccolo steccato di paese che ha bloccato per decenni la crescita e lo sviluppo di un’intera comunità. Si tratta di tornare indietro, di rivivere un passato veramente brutto. C’è solo un ostacolo su questo percorso: la volontà dei cittadini.