La regione Campania vive in stato di povertà. A dirlo è una ricerca di Eurostat: quasi una persona su due, il 46,3 per cento, ha un reddito particolarmente basso e non riesce ad arrivare a fine mese.
Lo status di vita è nettamente basso, ai limiti della sopravvivenza con una prevaricazione tassativa “statale” che addebita fortemente il singolo.
Tassazione e retribuzione del singolo dovrebbero camminare di pari passo, per questo bisognerebbe fare una revisione del lavoro commisurata ai ruoli sembra ormai diventato un argomento obsoleto.
Si finisce poi nella mera oratoria di una Nazione che sé non attualizza la stabilizzazione cittadina nel rispetto delle future generazioni si finirà nel baratro della mediocrità.
Siamo il Paese più sottopagato al mondo dato oramai confermato, potremmo creare competizioni sane con le altre regioni e i Paesi Europei per illustrare e ospitare tutte le progettualità.
I territori devono con urgenza presentare istanza di tutela così da evitare un ulteriore default nel rispetto delle fasce più deboli: bambini, anziani, ammalati e diversamente abili, distinguere questa matrice è il primo segno di salvezza per schivare gli ostacoli di un impoverimento inopportuno.
Beni di prima necessità sono il primo fabbisogno, l’ottimizzazione della retribuzione e’ la prima risposta da poter dare non solo con la cosiddetta forza lavoro ma raddoppiano anche forza di volontà maggiore nel lavoro generando un carovita senza precedenti.
Nel merito è intervenuto il Senatore Franco Silvestro: “l’imprenditoria Campana deve mettere in campo un concreto rilancio, il meridione è il primo fulcro di manodopera sin dai suoi albori, la produzione del lavoro deve essere correlata alla qualità omnicomprensiva del singolo e di un territorio che lievita e progetta verso un futuro tecnologico e urbanisticamente competitivo dalle sue fondamenta. Siamo di certo un paese che tiene in serbo il tradizionalismo ma rivisitarlo e attribuirgli il valore che merita deve essere il primo step dopo un malgoverno che per anni ha solo lasciato una mera territorialità dalle mille crepe”.
Dati statistici che sembrano non fornire però una scienza esatta, nel 2021 siamo arrivati in condizioni di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie rispetto all’anno precedente, attualmente 5,6 milioni di persone sono in povertà assoluta, e 8 milioni in povertà relativa, condizione che riguarda quasi il 23% della popolazione italiana e il dato contrastante è che abbiamo tre milioni di lavoratori e lavoratrici che sono poveri. Al di là dei dati c’è un Mezzogiorno che ha bisogno di rialzarsi, il prima possibile.
Campania sempre più a rischio povertà: fanalino di coda in Europa
Silvestro: “Bisogna investire e rilanciare l’imprenditoria sul nostro territorio "