Afragola. Brutte acque per il sindaco Antonio Pannone. Dopo le dimissioni dell’assessore Giuseppe Catalano avvenute a causa di una foto “scomoda” circolata sui social e fatta girare ad arte proprio dalla sua stessa maggioranza, in quanto una parte della Lega, e non solo, lo voleva fuori dall’esecutivo, a ruota si è dimessa l’assessore Carrieri e nelle prossime ore sono attese le dimissioni di un altro assessore, Gelsomina Terracciano.
Insomma, amministrazione allo sbando e sindaco costretto ad affrontare una situazione surreale. E non è finita qui, come se non bastasse Pannone ha chiesto durante una riunione anche all’assessore Mauro Di Palo di rassegnare le dimissioni. E qui la partita si fa più dura. Di Palo è l’uomo di fiducia di Enzo Nespoli nell’esecutivo insieme a Pina Castiello. Lo stesso, però, ha un ruolo più operativo e rappresenta gli occhi e il braccio dell’ex senatore. Quindi, senza il consenso di Nespoli, Pannone non riuscirà a far fuori Di Palo dall’amministrazione. Intanto la strategia di Pannone è sempre più chiara. Il sindaco sta chiedendo agli assessori di dimettersi singolarmente in modo da non dover essere costretto ad azzerare l’esecutivo. Il motivo è semplice: Pannone teme che azzerando l’esecutivo la Sottosegretaria della Lega, Pina Castiello, possa decidere di non rientrare e per il sindaco il forfait di Castiello significa perdere quella copertura politica e istituzionale sovracomunale che starebbe impedendo l’invio al Comune della commissione d’accesso. E allora per non azzerare Castiello, il primo cittadino sta facendo dimettere uno ad uno tutti gli assessori per sostituirli lasciando in carica nell’esecutivo la Sottosegretaria leghista, finita sotto i riflettori della stampa nazionale che ha accostato la sua figura con la criminalità organizzata.
Insomma, giochi e strategie sulla pelle dei cittadini. La città abbandonata ad una fine certa, lasciata senza governo, con assessori dalle porte girevoli, nominati e cacciati tra scandali, accuse di camorra, foto imbarazzanti e casi eclatanti che in altri paesi avrebbero già determinato un intervento del Prefetto e l’attenzione della magistratura. Qui, invece, si è ancora in attesa che lo Stato faccia sentire la propria voce in un contesto dove i condizionamenti si palesano in modo evidente ed eclatante, alla luce del sole: l’isola felice.
Due anni di niente, Pannone lo ha capito e adesso cerca di far fuori persino gli assessori di Nespoli perché vorrebbe affrancarsi, senza traumi, dal ruolo di “burattino” dell’ex senatore. Una missione quasi impossibile perché questa consiliatura è nata sotto quella stella e finirà così, ma il copione non può cambiare rispetto a quanto si è visto in questi due anni: il sindaco vero di Afragola si chiama Vincenzo Nespoli mentre Antonio Pannone è solo la faccia e l’esecutore della volontà dell’ex senatore. Lo sanno tutti, non lo scopriamo di certo oggi perché ad Afragola il dominus Nespoli ha vinto le elezioni e Nespoli detta le regole del gioco e l’agenda politico-amministrativa. Infatti, difficilmente Mauro Di Palo, occhi e mano di Nespoli, si muoverà dall’esecutivo nonostante Pannone lo voglia fuori, ma dato ancor più grave, Di Palo non ha prodotto nulla da assessore dalla sua nomina, cosa più triste in una città ormai ferma al palo.
Tempi davvero bui. E l’opposizione cosa fa? Da indiscrezioni trapelate, il centrosinistra potrebbe decidere di lanciare una mozione di sfiducia al sindaco nonostante non ci siano i numeri. Ma l’iniziativa politica potrebbe servire a ricompattare le fila della minoranza, a tracciare un “solco netto” divisorio tra le parti portando il dibattito in aula su un tema non più rinviabile e ormai l’unico che fa discutere sui social: il rapporto tra il governo della città e la criminalità organizzata. E di conseguenza potrebbero esserci altre iniziative annunciate dopo lo scandalo che ha coinvolto Pina Castiello, sempre sul tema politica e camorra.
Ad oggi l’unico dato certo riguarda la fuga di questi assessori dal Municipio e la volontà della minoranza di non restare a guardare se davvero vuole essere considerata alternativa seria e credibile a questo scempio.